Il campionato italiano è uno dei più importanti in Europa e negli anni sono arrivati alcuni dei giocatori più forti in circolazione, oltre ai tantissimi talenti del nostro calcio che si sono contraddistinti sia in ambito nazionale che internazionale.
C’erano, ad esempio, Valentino Mazzola con il Grande Torino, squadra rispettata da tutti, e Giuseppe Meazza, miglior marcatore della storia dell’Inter. Per poi passare a Nordahl, fuoriclasse svedese che per anni ha detenuto il record di miglior realizzatore in una singola stagione della Serie A prima di essere superato da Gonzalo Higuain, altro big che ha giocato nel nostro Paese vestendo le maglie di Napoli, Juve e Milan.
Questi e moltissimi altri i nomi dei grandi giocatori che di volta in volta hanno segnato un’epoca per il nostro campionato e tra questi non può non essere inserito Diego Armando Maradona. Per molti è il miglior calciatore di sempre, anche più di Pelé e Messi, e ciò nonostante non abbia mai vinto una Champions League o il Pallone d’Oro. Quest’ultimo riconoscimento, però, di fatto non lo ha potuto mai vincere, poiché il premio era riservato solamente ai giocatori europei.
Il cambiamento è arrivato solamente nel 1995, quando l’argentino era nella sua fase calante di carriera dopo esser diventato quasi una divinità dalle parti di Napoli e non solo. Il genio calcistico di Diego, del resto, era ai limiti del divino, un dono arrivato dall’alto per molti, che gli consentiva di disegnare calcio anche quando non era al top della condizione.
Iconico, ad esempio, il suo riscaldamento durante il pre-partita di un Bayern Monaco-Napoli in Germania. Era il 19 aprile 1989 e allora ci si giocava l’accesso in finale di Coppa Uefa, ma, mentre tutta la squadra era impegnata a prepararsi con scatti e allunghi in campo, Diego, invece, si divertiva con il pallone da solo palleggiando e battendo le mani a tempo di musica.
Testimonianza, questa, della grandezza di Maradona calciatore, che trascinò i suoi alla conquista della storica finale europea con il 2-2 di Monaco di Baviera che arrivò dopo il 2-0 dell’allora stadio San Paolo. Genio e sregolatezza, insomma, di un mito del calcio mondiale che a Napoli ha lasciato un ricordo indelebile con le sue giocate e il suo carisma che sono servite al club campano a vincere i primi trofei importanti della sua storia.
I trofei vinti dal Napoli di Maradona
Oggi la situazione sportiva del Napoli non è delle migliori nonostante arrivi dalla vittoria del suo terzo Scudetto e per l’ex José Altafini è successo un po’ quel che capitò ai tempi di Maradona. Anche allora gli azzurri arrivavano da importanti vittorie sia in ambito nazionale che europeo, eppure la magia si spense in malo modo con l’addio dell’argentino e la crisi societaria.
Se non altro, però, è restato eccome il ricordo di un’epoca bellissima per tutti i tifosi napoletani, che hanno individuato in Maradona il loro eroe sportivo, in grado di portare la squadra dove non era mai arrivata prima.
Così, al suo arrivo nel capoluogo campano, avvenuto nel 1984, in città si iniziò a respirare un clima nuovo, fino alla vittoria del primo storico Scudetto della società nel 1986/1987. Nella stessa stagione, arrivò anche la terza Coppa Italia del club, mentre due anni dopo arrivò invece il primo titolo europeo della storia azzurra: la Coppa Uefa del 1988/1989 vinta in finale contro lo Stoccarda.
Un successo indimenticabile per tutto il popolo napoletano che l’anno dopo tornò a festeggiare per il secondo Scudetto e la prima Supercoppa italiana della storia del club.
