Australian Open, 7 curiosità che non sapevi sullo Slam di Melbourne

L’Australian Open è il primo torneo del Grande Slam dell’anno, un evento ricco di storia e peculiarità che lo rendono unico nel panorama tennistico mondiale. Disputato a Melbourne, questo torneo si è trasformato nel corso …

L’Australian Open è il primo torneo del Grande Slam dell’anno, un evento ricco di storia e peculiarità che lo rendono unico nel panorama tennistico mondiale. Disputato a Melbourne, questo torneo si è trasformato nel corso degli anni in diversi aspetti, al punto da nascondere diversi aneddoti e retroscena che hanno aumentato l’interesse di tifosi e appassionati nei confronti del cosiddetto “Happy Slam”. Per non parlare poi dei record, tantissimi, con l’edizione di quest’anno che è stata la più ricca della storia del torneo come riportato da Betway nell’approfondimento dedicato all’Australian Open 2025, con un montepremi complessivo di ben 96.5 milioni di dollari australiani. Ecco quindi sette curiosità che forse non conoscevi sul Major australiano.

Lo Slam più “giovane”

Tra i quattro tornei del Grande Slam, l’Australian Open è il più recente. La prima edizione si è tenuta nel novembre del 1905 presso il Warehouseman’s Cricket Ground di Melbourne, successivamente noto come Albert Reserve Tennis Centre.

Questo lo colloca temporalmente dopo Wimbledon (la prima edizione fu disputata nel 1877) – oltre ad essere il torneo del Grande Slam più antico, è anche l’evento tennistico più longevo di sempre –, US Open (1881) e Roland Garros (1891). 

Dall’erba al cemento

Originariamente, l’Australian Open si disputava su campi in erba – si disputava sui campi di Kooyong, dove oggi si gioca un torneo esibizione che anticipa lo Slam di Melbourne (nel 2025 non si è giocato, tornerà nel 2026) –, come diversi altri tornei storici.

Tuttavia, nel 1988, per adattarsi alle nuove esigenze del gioco e migliorare le condizioni per i giocatori, il torneo è passato al cemento, superficie sulla quale si gioca tuttora. Questo cambiamento ha influenzato le dinamiche del gioco, favorendo stili diversi rispetto all’erba.

L’”Happy Slam”

L’Australian Open è affettuosamente chiamato “Happy Slam” dai giocatori e dagli appassionati. Questo soprannome deriva dall’atmosfera rilassata e festosa che si respira durante il torneo, complice anche il clima estivo australiano e l’ospitalità del pubblico locale.

Tuttavia, c’è anche chi ha iniziato a chiedersi se l’”Happy Slam” stia diventando più “Angry Slam“, come riportato dal sito dell’Associated Press. Infatti, negli ultimi anni, si è registrata una crescente partecipazione di tifosi più rumorosi e con atteggiamenti ai limiti dell’accettabile, nonché un aumento dei comportamenti al di sopra delle righe da parte degli stessi giocatori in campo.

Che caldo!

Il clima australiano in gennaio può essere estremamente caldo e l’Australian Open detiene il record per alcune delle temperature più elevate mai registrate durante un torneo del Grande Slam. Nel 2014, ad esempio, le temperature hanno superato i 40°C per diversi giorni consecutivi, costringendo gli organizzatori a implementare misure straordinarie per garantire la sicurezza dei giocatori e degli spettatori.

Melbourne ma non solo: le sedi dell’Australian Open

Prima di stabilirsi definitivamente a Melbourne, l’Australian Open è stato ospitato in diverse città australiane e neozelandesi. Tra il 1905 e il 1972, il torneo si è svolto in sette città diverse, tra cui Sydney, Adelaide, Brisbane, Perth e persino Hastings in Nuova Zelanda. Solo nel 1972 si è deciso di fissare Melbourne come sede permanente, riconoscendo la città come centro nevralgico del tennis australiano.

La “doppietta” in una singola stagione

L’Australian Open ha subito vari cambiamenti di calendario per trovare un periodo ottimale durante l’estate australe, favorendo la partecipazione dei giocatori dell’emisfero Nord. Così, come riportato da Supertennis, nel 1977, il torneo si tenne due volte, a gennaio e dicembre, con le vittorie che andarono rispettivamente a Roscoe Tanner e Vitas Gerulaitis.

Successivamente, la competizione si spostò a fine stagione fino al 1985, quando Stefan Edberg vinse il suo primo titolo. Dopo una pausa nel 1986 per un ulteriore cambio di data, il torneo tornò a gennaio nel 1987, con Edberg che trionfò nell’ultima edizione disputata sui campi in erba del Kooyong Stadium. Da allora, il torneo si disputa tradizionalmente nel primo mese dell’anno.

Due partite memorabili

A proposito di record curiosi, l’Australian Open vanta due primati straordinari: il match serale conclusosi più tardi e la finale Slam più lunga. Nel primo caso, bisogna tornare al 2008, quando Lleyton Hewitt e Marcos Baghdatis disputarono una partita di cinque set che terminò alle 4:34 del mattino, dopo quasi cinque ore di gioco. Nel secondo, invece, bisogna tornare al 2012, quando Novak Djokovic e Rafael Nadal si affrontarono in una finale durata 5 ore e 53 minuti, stabilendo, per l’appunto, il record per la finale Major più duratura.